Novembre
11
2010
La fede rinasce nella notte
Una riflessione pacata e profonda del Card. Martini sulla fede e le sue dinamiche (da www.avvenire.it)
Queste parole mi fanno sempre molta impressione, perchA� non mi A? mai capitato di dire: A�La mia anima A? triste fino alla morteA�; ci sono stati momenti di tristezza, ma proprio di essere schiacciato, di essere stritolato non mi A? mai successo. Penso quindi che a GesA? sia accaduto qualcosa di terribile. Che cosa sarA� stato? Probabilmente la previsione imminente della passione; forse GesA? non sapeva tutti i particolari, ma sapeva che gli uomini ce la��avevano con lui, volevano eliminarlo nella maniera piA? crudele possibile. Sapeva di essere in mano a uomini cattivi: questo A? giA� un motivo di paura e di angoscia. Ma poi probabilmente sentiva su di sA� tutta la��ingiustizia del mondo e questo A? qualcosa che non si puA? sopportare; la��ingiustizia del mondo che si esprime nelle guerre, nelle carestie, nelle oppressioni, nelle forme di schiavitA?, che A? immensa e percorre tutta la storia. E quando noi ci fermiamo a considerare questa ingiustizia, siamo come senza fiato, siamo schiacciati.PerA? GesA? ha voluto essere quasi schiacciato da queste cose per poterle prendere su di sA�. Quindi dobbiamo dire che da una parte le ingiustizie del mondo, della storia, della storia della Chiesa ci fanno soffrire, ma che insieme siamo certi che GesA? le ha accolte in sA�, e quindi le ha riscattate. Non sappiamo come, ma questa A? una certezza che ci deve accompagnare, e ci deve accompagnare in tutte le notti della sofferenza, del dolore, quando uno si trova di fronte a una notizia che lo riguarda e che A? infausta. Per esempio un tumore, pochi mesi di vita. Allora succede come una sorta di ribellione, di non accettazione. Ca��A? una lotta interiore. Notte della sofferenza, notte della fede in cui non si sente piA? la presenza di Dio. Questo A? molto duro, soprattutto quando si A? impegnati.
Notte della fede per cui sono passati san Giovanni della Croce e, recentemente, Madre Teresa di Calcutta, la quale diceva che fino a verso i cinquanta��anni le pareva che Dio le fosse vicino, poi piA? niente. Avendola conosciuta, vedevo questo suo rigore, questa sua fedeltA�, questa sua tensione, ma non immaginavo che dietro ci fosse il buio completo sulla��esistenza di Dio, del Dio rimuneratore. Anche santa Teresa di GesA? Bambino A? passata per questa notte. Possiamo dire che tutte queste notti sono riassunte nella notte del GetsA?mani e in essa GesA? riceve tutte le nostre ingiustizie e le fa sue, le accoglie per poterle offrire e purificarle. Questa A? una prima immagine che vi lascio.
Una seconda immagine A? quella della tomba. Che cosa sia avvenuto il giorno di Pasqua, noi non lo sappiamo. La liturgia romana dice: A�Beata notte, che non hai saputo il giorno e la��oraA�; e noi non sappiamo niente, nessuno A? stato presente, nessuno ce la��ha raccontato; perA? possiamo immaginarne le conseguenze.
Lo descriverei cosA�: un grande scoppio di luce, di pace e di gioia nella notte della tomba. Scoppio di luce, di pace e di gioia che A? potenza dello Spirito, che prende prima di tutto il corpo di GesA? e lo vivifica, lo rende capace di essere intercessione per il mondo. Ma poi continua in ciascuno dei viventi suscitando in lui le disposizioni di GesA?. Mi pare quindi che sia troppo riduttivo dire: lo Spirito Santo A? il segno della��amore di Dio per me. Lo Spirito Santo A? segno delle scelte di GesA? fatte mie. A? quella forza, quel dinamismo, quella capacitA� di amare il povero, di amare il sofferente, di amare colui che si trova in situazione di ingiustizia perchA� cosA� lo Spirito compie la sua opera. E noi possiamo dire che questa��opera si compie sempre quando GesA? dice: A�Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoA� (Mt 28,26). Vuol dire la sua presenza anche con il suo Spirito, con la sua capacitA� di vedere le cose, di reagire alle cose, di giudicare le cose.
Certo, occorre per questo un grande spirito di fede, perchA� molta gente dirA�: A�Io non vedo niente, io vedo le cose andare di male in peggioA�. Occorre la��occhio della fede per leggere negli eventi miei e intorno a me questa presenza dello Spirito Santo che costruisce il mondo nuovo, la Gerusalemme celeste, che non A? una cittA� nel cielo separata da qui, ma una cittA� che viene dal cielo, cioA? dalla forza di Dio e trasforma tutti i rapporti di questa terra.
Nessuno meglio di Teilhard de Chardin ha descritto questa Gerusalemme celeste in cui vedeva appunto il termine finale, il punto omega della redenzione nel Cristo, dove tutta la��umanitA� era riunita e salvata, una e trasparente gli uni agli altri, e tutti noi verso Dio. Occorre tenere presente questo fine della storia, perchA� altrimenti siamo banalizzati dalle vicende quotidiane, oppure siamo sofferenti quando ci sono grandi calamitA� e non abbiamo nessuna chiave per interpretarle. E questa che vi ho detto non A? una chiave logica, A? una chiave mistica spirituale data dallo Spirito Santo: cercare di vedere in tutto la��azione dello Spirito che opera incessantemente.