Settembre
05
2010
Il Messaggio del Papa per la GMG 2011!
Oggi a Castelgandolfo il Papa stesso ha presentato a tutti i giovani del mondo il suo messaggio in preparazione alla Giornata Mondiale della GioventA? di Madrid. Dopo la sua introduzione segue il testo vero e proprio del messaggio.
Desidero presentare brevemente il mio Messaggio a�� pubblicato nei giorni scorsi a�� rivolto ai giovani del mondo per la XXVI Giornata Mondiale della GioventA?, che avrA� luogo a Madrid tra poco meno di un anno.
Il tema che ho scelto per questo Messaggio riprende una��espressione della Lettera ai Colossesi della��apostolo Paolo: a�?Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fedea�? (2,7). Ea�� decisamente una proposta contro-corrente! Chi, infatti, oggi propone ai giovani di essere a�?radicatia�? e a�?saldia�?? Piuttosto si esalta la��incertezza, la mobilitA�, la volubilitA�a�� tutti aspetti che riflettono una cultura indecisa riguardo ai valori di fondo, ai principi in base ai quali orientare e regolare la propria vita. In realtA�, io stesso, per la mia esperienza e per i contatti che ho con i giovani, so bene che ogni generazione, anzi, ogni singola persona A? chiamata a fare nuovamente il percorso di scoperta del senso della vita. Ed A? proprio per questo che ho voluto riproporre un messaggio che, secondo lo stile biblico, evoca le immagini della��albero e della casa. Il giovane, infatti, A? come un albero in crescita: per svilupparsi bene ha bisogno di radici profonde, che, in caso di tempeste di vento, lo tengano ben piantato al suolo. CosA� anche la��immagine della��edificio in costruzione richiama la��esigenza di valide fondamenta, perchA� la casa sia solida e sicura.
Ed ecco il cuore del Messaggio: esso sta nelle espressioni a�?in Cristoa�? e a�?nella fedea�?. La piena maturitA� della persona, la sua stabilitA� interiore, hanno il fondamento nella relazione con Dio, relazione che passa attraverso la��incontro con GesA? Cristo. Un rapporto di profonda fiducia, di autentica amicizia con GesA? A? in grado di dare ad un giovane ciA? di cui ha piA? bisogno per affrontare bene la vita: serenitA� e luce interiore, attitudine a pensare positivamente, larghezza da��animo verso gli altri, disponibilitA� a pagare di persona per il bene, la giustizia e la veritA�. Un ultimo aspetto, molto importante: per diventare credente, il giovane A? sorretto dalla fede della Chiesa; se nessun uomo A? una��isola, tanto meno lo A? il cristiano, che scopre nella Chiesa la bellezza della fede condivisa e testimoniata insieme agli altri nella fraternitA� e nel servizio della caritA�.
Questo mio Messaggio ai giovani porta la data del 6 agosto, Festa della Trasfigurazione del Signore. Possa la luce del Volto di Cristo risplendere nel cuore di ogni giovane! E la Vergine Maria accompagni con la sua protezione il cammino delle comunitA� e dei gruppi giovanili verso il grande Incontro di Madrid 2011.
Ed ecco il testo completo del messaggio per la Giornata Mondiale della GioventA? 2011
a�?Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fedea�? (cfr. Col 2,7)
Cari amici,
ripenso spesso alla Giornata Mondiale della GioventA? di Sydney del 2008. LA� abbiamo vissuto una grande festa della fede, durante la quale lo Spirito di Dio ha agito con forza, creando una��intensa comunione tra i partecipanti, venuti da ogni parte del mondo. Quel raduno, come i precedenti, ha portato frutti abbondanti nella vita di numerosi giovani e della Chiesa intera. Ora, il nostro sguardo si rivolge alla prossima Giornata Mondiale della GioventA?, che avrA� luogo a Madrid nella��agosto 2011. GiA� nel 1989, qualche mese prima della storica caduta del Muro di Berlino, il pellegrinaggio dei giovani fece tappa in Spagna, a Santiago de Compostela. Adesso, in un momento in cui la��Europa ha grande bisogno di ritrovare le sue radici cristiane, ci siamo dati appuntamento a Madrid, con il tema: a�?Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fedea�? (cfr Col 2,7). Vi invito pertanto a questo evento cosA� importante per la Chiesa in Europa e per la Chiesa universale. E vorrei che tutti i giovani, sia coloro che condividono la nostra fede in GesA? Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi o non credono in Lui, potessero vivere questa esperienza, che puA? essere decisiva per la vita: la��esperienza del Signore GesA? risorto e vivo e del suo amore per ciascuno di noi.
1. Alle sorgenti delle vostre piA? grandi aspirazioni
In ogni epoca, anche ai nostri giorni, numerosi giovani sentono il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute nella veritA� e nella solidarietA�. Molti manifestano la��aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilitA� personale e una reale sicurezza, che possano garantire un futuro sereno e felice. Certamente, ricordando la mia giovinezza, so che stabilitA� e sicurezza non sono le questioni che occupano di piA? la mente dei giovani. SA�, la domanda del posto di lavoro e con ciA? quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi A? un problema grande e pressante, ma allo stesso tempo la gioventA? rimane comunque la��etA� in cui si A? alla ricerca della vita piA? grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalitA� della vita borghese. Volevamo ciA? che A? grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastitA� e bellezza. Certamente, ciA? dipendeva anche dalla nostra situazione. Durante la dittatura nazionalsocialista e nella guerra noi siamo stati, per cosA� dire, a�?rinchiusia�? dal potere dominante. Quindi, volevamo uscire alla��aperto per entrare nella��ampiezza delle possibilitA� della��essere uomo. Ma credo che, in un certo senso, questo impulso di andare oltre alla��abituale ci sia in ogni generazione. A? parte della��essere giovane desiderare qualcosa di piA? della quotidianitA� regolare di un impiego sicuro e sentire la��anelito per ciA? che A? realmente grande. Si tratta solo di un sogno vuoto che svanisce quando si diventa adulti? No, la��uomo A? veramente creato per ciA? che A? grande, per la��infinito. Qualsiasi altra cosa A? insufficiente. Santa��Agostino aveva ragione: il nostro cuore A? inquieto sino a quando non riposa in Te. Il desiderio della vita piA? grande A? un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua a�?improntaa�?. Dio A? vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira alla��amore, alla gioia e alla pace. Allora comprendiamo che A? un controsenso pretendere di eliminare Dio per far vivere la��uomo! Dio A? la sorgente della vita; eliminarlo equivale a separarsi da questa fonte e, inevitabilmente, privarsi della pienezza e della gioia: a�?la creatura, infatti, senza il Creatore svaniscea�? (Con. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 36). La cultura attuale, in alcune aree del mondo, soprattutto in Occidente, tende ad escludere Dio, o a considerare la fede come un fatto privato, senza alcuna rilevanza nella vita sociale. Mentre la��insieme dei valori che sono alla base della societA� proviene dal Vangelo a�� come il senso della dignitA� della persona, della solidarietA�, del lavoro e della famiglia a��, si constata una sorta di a�?eclissi di Dioa�?, una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identitA� profonda.
Per questo motivo, cari amici, vi invito a intensificare il vostro cammino di fede in Dio, Padre del nostro Signore GesA? Cristo. Voi siete il futuro della societA� e della Chiesa! Come scriveva la��apostolo Paolo ai cristiani della cittA� di Colossi, A? vitale avere delle radici, delle basi solide! E questo A? particolarmente vero oggi, quando molti non hanno punti di riferimento stabili per costruire la loro vita, diventando cosA� profondamente insicuri. Il relativismo diffuso, secondo il quale tutto si equivale e non esiste alcuna veritA�, nA� alcun punto di riferimento assoluto, non genera la vera libertA�, ma instabilitA�, smarrimento, conformismo alle mode del momento. Voi giovani avete il diritto di ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre scelte e costruire la vostra vita, come una giovane pianta ha bisogno di un solido sostegno finchA� crescono le radici, per diventare, poi, un albero robusto, capace di portare frutto.
2. Radicati e fondati in Cristo
Per mettere in luce la��importanza della fede nella vita dei credenti, vorrei soffermarmi su ciascuno dei tre termini che san Paolo utilizza in questa sua espressione: a�?Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fedea�? (cfr Col 2,7). Vi possiamo scorgere tre immagini: a�?radicatoa�? evoca la��albero e le radici che lo alimentano; a�?fondatoa�? si riferisce alla costruzione di una casa; a�?saldoa�? rimanda alla crescita della forza fisica o morale. Si tratta di immagini molto eloquenti. Prima di commentarle, va notato semplicemente che nel testo originale i tre termini, dal punto di vista grammaticale, sono dei passivi: ciA? significa che A? Cristo stesso che prende la��iniziativa di radicare, fondare e rendere saldi i credenti.
La prima immagine A? quella della��albero, fermamente piantato al suolo tramite le radici, che lo rendono stabile e lo alimentano. Senza radici, sarebbe trascinato via dal vento, e morirebbe. Quali sono le nostre radici? Naturalmente i genitori, la famiglia e la cultura del nostro Paese, che sono una componente molto importante della nostra identitA�. La Bibbia ne svela una��altra. Il profeta Geremia scrive: a�?Benedetto la��uomo che confida nel Signore e il Signore A? la sua fiducia. A? come un albero piantato lungo un corso da��acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nella��anno della siccitA� non si dA� pena, non smette di produrre fruttia�? (Ger 17,7-8). Stendere le radici, per il profeta, significa riporre la propria fiducia in Dio. Da Lui attingiamo la nostra vita; senza di Lui non potremmo vivere veramente. a�?Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita A? nel suo Figlioa�? (1 Gv 5,11). GesA? stesso si presenta come nostra vita (cfr Gv 14,6). PerciA? la fede cristiana non A? solo credere a delle veritA�, ma A? anzitutto una relazione personale con GesA? Cristo, A? la��incontro con il Figlio di Dio, che dA� a tutta la��esistenza un dinamismo nuovo. Quando entriamo in rapporto personale con Lui, Cristo ci rivela la nostra identitA�, e, nella sua amicizia, la vita cresce e si realizza in pienezza. Ca��A? un momento, da giovani, in cui ognuno di noi si domanda: che senso ha la mia vita, quale scopo, quale direzione dovrei darle? Ea�� una fase fondamentale, che puA? turbare la��animo, a volte anche a lungo. Si pensa al tipo di lavoro da intraprendere, a quali relazioni sociali stabilire, a quali affetti svilupparea�� In questo contesto, ripenso alla mia giovinezza. In qualche modo ho avuto ben presto la consapevolezza che il Signore mi voleva sacerdote. Ma poi, dopo la Guerra, quando in seminario e alla��universitA� ero in cammino verso questa meta, ho dovuto riconquistare questa certezza. Ho dovuto chiedermi: A? questa veramente la mia strada? A? veramente questa la volontA� del Signore per me? SarA? capace di rimanere fedele a Lui e di essere totalmente disponibile per Lui, al Suo servizio? Una tale decisione deve anche essere sofferta. Non puA? essere diversamente. Ma poi A? sorta la certezza: A? bene cosA�! SA�, il Signore mi vuole, pertanto mi darA� anche la forza. Nella��ascoltarLo, nella��andare insieme con Lui divento veramente me stesso. Non conta la realizzazione dei miei propri desideri, ma la Sua volontA�. CosA� la vita diventa autentica.
Come le radici della��albero lo tengono saldamente piantato nel terreno, cosA� le fondamenta danno alla casa una stabilitA� duratura. Mediante la fede, noi siamo fondati in Cristo (cfr ColA�2,7), come una casa A? costruita sulle fondamenta. Nella storia sacra abbiamo numerosi esempi di santi che hanno edificato la loro vita sulla Parola di Dio. Il primo A? Abramo. Il nostro padre nella fede obbedA� a Dio che gli chiedeva di lasciare la casa paterna per incamminarsi verso un Paese sconosciuto. a�?Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dioa�? (Gc 2,23). Essere fondati in Cristo significa rispondere concretamente alla chiamata di Dio, fidandosi di Lui e mettendo in pratica la sua Parola. GesA? stesso ammonisce i suoi discepoli: a�?PerchA� mi invocate: A�Signore, Signore!A� e non fate quello che dico?a�? (Lc 6,46). E, ricorrendo alla��immagine della costruzione della casa, aggiunge: a�?Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in praticaa�� A? simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investA� quella casa, ma non riuscA� a smuoverla perchA� era costruita benea�? (Lc 6,47-48).
Cari amici, costruite la vostra casa sulla roccia, come la��uomo che a�?ha scavato molto profondoa�?. Cercate anche voi, tutti i giorni, di seguire la Parola di Cristo. Sentitelo come il vero Amico con cui condividere il cammino della vostra vita. Con Lui accanto sarete capaci di affrontare con coraggio e speranza le difficoltA�, i problemi, anche le delusioni e le sconfitte. Vi vengono presentate continuamente proposte piA? facili, ma voi stessi vi accorgete che si rivelano ingannevoli, non vi danno serenitA� e gioia. Solo la Parola di Dio ci indica la via autentica, solo la fede che ci A? stata trasmessa A? la luce che illumina il cammino. Accogliete con gratitudine questo dono spirituale che avete ricevuto dalle vostre famiglie e impegnatevi a rispondere con responsabilitA� alla chiamata di Dio, diventando adulti nella fede. Non credete a coloro che vi dicono che non avete bisogno degli altri per costruire la vostra vita! Appoggiatevi, invece, alla fede dei vostri cari, alla fede della Chiesa, e ringraziate il Signore di averla ricevuta e di averla fatta vostra!
3. Saldi nella fede
Siate a�?radicati e fondati in Cristo, saldi nella fedea�? (cfr ColA�2,7). La Lettera da cui A? tratto questo invito, A? stata scritta da san Paolo per rispondere a un bisogno preciso dei cristiani della cittA� di Colossi. Quella comunitA�, infatti, era minacciata dalla��influsso di certe tendenze culturali della��epoca, che distoglievano i fedeli dal Vangelo. Il nostro contesto culturale, cari giovani, ha numerose analogie con quello dei Colossesi di allora. Infatti, ca��A? una forte corrente di pensiero laicista che vuole emarginare Dio dalla vita delle persone e della societA�, prospettando e tentando di creare un a�?paradisoa�? senza di Lui. Ma la��esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un a�?infernoa�?: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, la��odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza. Al contrario, lA� dove le persone e i popoli accolgono la presenza di Dio, lo adorano nella veritA� e ascoltano la sua voce, si costruisce concretamente la civiltA� della��amore, in cui ciascuno viene rispettato nella sua dignitA�, cresce la comunione, con i frutti che essa porta. Vi sono perA? dei cristiani che si lasciano sedurre dal modo di pensare laicista, oppure sono attratti da correnti religiose che allontanano dalla fede in GesA? Cristo. Altri, senza aderire a questi richiami, hanno semplicemente lasciato raffreddare la loro fede, con inevitabili conseguenze negative sul piano morale.
Ai fratelli contagiati da idee estranee al Vangelo, la��apostolo Paolo ricorda la potenza di Cristo morto e risorto. Questo mistero A? il fondamento della nostra vita, il centro della fede cristiana. Tutte le filosofie che lo ignorano, considerandolo a�?stoltezzaa�? (1 Cor 1,23), mostrano i loro limiti davanti alle grandi domande che abitano il cuore della��uomo. Per questo ancha��io, come Successore della��apostolo Pietro, desidero confermarvi nella fede (cfr Lc 22,32). Noi crediamo fermamente che GesA? Cristo si A? offerto sulla Croce per donarci il suo amore; nella sua passione, ha portato le nostre sofferenze, ha preso su di sA� i nostri peccati, ci ha ottenuto il perdono e ci ha riconciliati con Dio Padre, aprendoci la via della vita eterna. In questo modo siamo stati liberati da ciA? che piA? intralcia la nostra vita: la schiavitA? del peccato, e possiamo amare tutti, persino i nemici, e condividere questo amore con i fratelli piA? poveri e in difficoltA�.
Cari amici, spesso la Croce ci fa paura, perchA� sembra essere la negazione della vita. In realtA�, A? il contrario! Essa A? il a�?sA�a�? di Dio alla��uomo, la��espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Infatti, dal cuore di GesA? aperto sulla croce A? sgorgata questa vita divina, sempre disponibile per chi accetta di alzare gli occhi verso il Crocifisso. Dunque, non posso che invitarvi ad accogliere la Croce di GesA?, segno della��amore di Dio, come fonte di vita nuova. Al di fuori di Cristo morto e risorto, non vi A? salvezza! Lui solo puA? liberare il mondo dal male e far crescere il Regno di giustizia, di pace e di amore al quale tutti aspiriamo.
4. Credere in GesA? Cristo senza vederlo
Nel Vangelo ci viene descritta la��esperienza di fede della��apostolo Tommaso nella��accogliere il mistero della Croce e Risurrezione di Cristo. Tommaso fa parte dei Dodici apostoli; ha seguito GesA?; A? testimone diretto delle sue guarigioni, dei miracoli; ha ascoltato le sue parole; ha vissuto lo smarrimento davanti alla sua morte. La sera di Pasqua il Signore appare ai discepoli, ma Tommaso non A? presente, e quando gli viene riferito che GesA? A? vivo e si A? mostrato, dichiara: a�?Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credoa�? (Gv 20,25).
Noi pure vorremmo poter vedere GesA?, poter parlare con Lui, sentire ancora piA? fortemente la sua presenza. Oggi per molti, la��accesso a GesA? si A? fatto difficile. Circolano cosA� tante immagini di GesA? che si spacciano per scientifiche e Gli tolgono la sua grandezza, la singolaritA� della Sua persona. Pertanto, durante lunghi anni di studio e meditazione, maturA? in me il pensiero di trasmettere un poa�� del mio personale incontro con GesA? in un libro: quasi per aiutare a vedere, udire, toccare il Signore, nel quale Dio ci A? venuto incontro per farsi conoscere. GesA? stesso, infatti, apparendo nuovamente dopo otto giorni ai discepoli, dice a Tommaso: a�?Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!a�? (Gv 20,27). Anche a noi A? possibile avere un contatto sensibile con GesA?, mettere, per cosA� dire, la mano sui segni della sua Passione, i segni del suo amore: nei Sacramenti Egli si fa particolarmente vicino a noi, si dona a noi. Cari giovani, imparate a a�?vederea�?, a a�?incontrarea�? GesA? nella��Eucaristia, dove A? presente e vicino fino a farsi cibo per il nostro cammino; nel Sacramento della Penitenza, in cui il Signore manifesta la sua misericordia nella��offrirci sempre il suo perdono. Riconoscete e servite GesA? anche nei poveri, nei malati, nei fratelli che sono in difficoltA� e hanno bisogno di aiuto.
Aprite e coltivate un dialogo personale con GesA? Cristo, nella fede. Conoscetelo mediante la lettura dei Vangeli e del Catechismo della Chiesa Cattolica; entrate in colloquio con Lui nella preghiera, dategli la vostra fiducia: non la tradirA� mai! a�?La fede A? innanzitutto una��adesione personale della��uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, A? la��assenso libero a tutta la veritA� che Dio ha rivelatoa�? (Catechismo della Chiesa Cattolica, 150). CosA� potrete acquisire una fede matura, solida, che non sarA� fondata unicamente su un sentimento religioso o su un vago ricordo del catechismo della vostra infanzia. Potrete conoscere Dio e vivere autenticamente di Lui, come la��apostolo Tommaso, quando manifesta con forza la sua fede in GesA?: a�?Mio Signore e mio Dio!a�?.
5. Sorretti dalla fede della Chiesa, per essere testimoni
In quel momento GesA? esclama: a�?PerchA� mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!a�? (Gv 20,29). Egli pensa al cammino della Chiesa, fondata sulla fede dei testimoni oculari: gli Apostoli. Comprendiamo allora che la nostra fede personale in Cristo, nata dal dialogo con Lui, A? legata alla fede della Chiesa: non siamo credenti isolati, ma, mediante il Battesimo, siamo membri di questa grande famiglia, ed A? la fede professata dalla Chiesa che dona sicurezza alla nostra fede personale. Il Credo che proclamiamo nella Messa domenicale ci protegge proprio dal pericolo di credere in un Dio che non A? quello che GesA? ci ha rivelato: a�?Ogni credente A? come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altria�? (Catechismo della Chiesa Cattolica, 166). Ringraziamo sempre il Signore per il dono della Chiesa; essa ci fa progredire con sicurezza nella fede, che ci dA� la vera vita (cfr Gv 20,31).
Nella storia della Chiesa, i santi e i martiri hanno attinto dalla Croce gloriosa di Cristo la forza per essere fedeli a Dio fino al dono di se stessi; nella fede hanno trovato la forza per vincere le proprie debolezze e superare ogni avversitA�. Infatti, come dice la��apostolo Giovanni, a�?chi A? che vince il mondo se non chi crede che GesA? A? il Figlio di Dio?a�? (1 Gv 5,5). E la vittoria che nasce dalla fede A? quella della��amore. Quanti cristiani sono stati e sono una testimonianza vivente della forza della fede che si esprime nella caritA�: sono stati artigiani di pace, promotori di giustizia, animatori di un mondo piA? umano, un mondo secondo Dio; si sono impegnati nei vari ambiti della vita sociale, conA� competenza e professionalitA�, contribuendo efficacemente al bene di tutti. La caritA� che scaturisce dalla fede li ha condotti ad una testimonianza molto concreta, negli atti e nelle parole: Cristo non A? un bene solo per noi stessi, A? il bene piA? prezioso che abbiamo da condividere con gli altri. Nella��era della globalizzazione, siate testimoni della speranza cristiana nel mondo intero: sono molti coloro che desiderano ricevere questa speranza! Davanti al sepolcro della��amico Lazzaro, morto da quattro giorni, GesA?, prima di richiamarlo alla vita, disse a sua sorella Marta: a�?Se crederai, vedrai la gloria di Dioa�? (cfr Gv 11,40). Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il senso e la gioia della vita, che nasce dalla��incontro con Cristo!
6. Verso la Giornata Mondiale di Madrid
Cari amici, vi rinnovo la��invito a venire alla Giornata Mondiale della GioventA? a Madrid. Con gioia profonda, attendo ciascuno di voi personalmente: Cristo vuole rendervi saldi nella fede mediante la Chiesa. La scelta di credere in Cristo e di seguirlo non A? facile; A? ostacolata dalle nostre infedeltA� personali e da tante voci che indicano vie piA? facili. Non lasciatevi scoraggiare, cercate piuttosto il sostegno della ComunitA� cristiana, il sostegno della Chiesa! Nel corso di questa��anno preparatevi intensamente alla��appuntamento di Madrid con i vostri Vescovi, i vostri sacerdoti e i responsabili di pastorale giovanile nelle diocesi, nelle comunitA� parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti. La qualitA� del nostro incontro dipenderA� soprattutto dalla preparazione spirituale, dalla preghiera, dalla��ascolto comune della Parola di Dio e dal sostegno reciproco.
Cari giovani, la Chiesa conta su di voi! Ha bisogno della vostra fede viva, della vostra caritA� creativa e del dinamismo della vostra speranza. La vostra presenza rinnova la Chiesa, la ringiovanisce e le dona nuovo slancio. Per questo le Giornate Mondiali della GioventA? sono una grazia non solo per voi, ma per tutto il Popolo di Dio. La Chiesa in Spagna si sta preparando attivamente per accogliervi e vivere insieme la��esperienza gioiosa della fede. Ringrazio le diocesi, le parrocchie, i santuari, le comunitA� religiose, le associazioni e i movimenti ecclesiali, che lavorano con generositA� alla preparazione di questo evento. Il Signore non mancherA� di benedirli. La Vergine Maria accompagni questo cammino di preparazione. Ella, alla��annuncio della��Angelo, accolse con fede la Parola di Dio; con fede acconsentA� alla��opera che Dio stava compiendo in lei. Pronunciando il suo a�?fiata�?, il suo a�?sA�a�?, ricevette il dono di una caritA� immensa, che la spinse a donare tutta se stessa a Dio. Interceda per ciascuno e ciascuna di voi, affinchA� nella prossima Giornata Mondiale possiate crescere nella fede e nella��amore. Vi assicuro il mio paterno ricordo nella preghiera e vi benedico di cuore.
Dal Vaticano, 6 agosto 2010, Festa della Trasfigurazione del Signore.
BENEDICTUS PP. XVI