Diocesi di Novara

Post in Vangelo della Domenica

Febbraio
29 2020
Confermata la Messa festiva di Domenica 1 marzo con imposizione delle Ceneri

29/02/2020 ore 17:00: Confermate le Messe festive di Domenica 1 marzo con imposizione delle Ceneri. Per ogni altra informazione (catechismo etc.) si rimanda alla circolare e alle ordinanze che auspichiamo escano a breve.

Febbraio
26 2020
Quaresima Lettera del Vescovo Franco Giulio per l’inizio della Quaresima

 

Il Vescovo di Novara

26 febbraio 2020
Mercoledì delle Ceneri

A tutti i carissimi fedeli della Diocesi di Novara
Ai carissimi sacerdoti, diaconi e religiosi,
Ai cari catechisti e ai ministri dell’educazione e della carità,

Oggi inizia la Quaresima con un segno di grande conversione: un giorno di silenzio, digiuno, preghiera e quest’anno anche di privazione del rito delle ceneri, che indica la nostra fragilità e il bisogno di riscoprire che non siamo solo bisognosi di cose, ma dobbiamo imparare di nuovo a desiderare Dio.
Le chiese vuote e la mancanza del gesto comunitario della penitenza non significa che non debba esserci spazio per pregare, per meditare, per raccontare insieme, per dedicarci tempo, per riscoprire i legami di affetto e la bellezza di sentirci a casa nella nostra famiglia. Questo sarà anche il focolare degli affetti in cui calmare la paura di questi giorni, il luogo per stimarci a vicenda, per scoprire il valore e il dono che ciascuno è per l’altro.
Mi ha colpito, tra i molti messaggi futili e talvolta di cattivo gusto che circolano in rete, quanto scrive un preside di Milano ai suoi alunni. Riferendosi al capitolo 31 de I Promessi Sposi di Manzoni scrive: «Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione in questi giorni così confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…». Ecco ben descritta la nostra paura, il cui rimedio può essere solo la preghiera, la prossimità, la carità e per chi è costretto a stare a casa vivere in famiglia, leggere un buon libro, ascoltare musica, fare una passeggiata e non restare chiusi in casa.
Invito tutti i sacerdoti a stare vicini con la parola e con le opere alle nostre comunità: ciascun parroco e sacerdote potrebbe inviare ogni giorno un pensiero di meditazione sulla Parola e una preghiera da recitare insieme in famiglia; inoltre dovrebbe usare il tempo per visitare i malati e, ancora, potrebbe invitare i più sensibili a recare alle persone sole, le più fragili in questo tempo di paura, il balsamo della consolazione. Invito tutti a pregare e a diffondere parole di incoraggiamento e di speranza, di fiducia e di prossimità.
Ringraziamo tutti coloro che si dedicano ad alleviare le sofferenze dei malati e a sostenere le paure dei più vulnerabili, diciamo un grande grazie ai medici, infermieri e alle persone che prestano le loro cure con competenza e amore. Manteniamo uno spirito di solidarietà e di prossimità. E camminiamo verso la Pasqua di risurrezione con passo spedito.
Il vostro Vescovo benedice tutti di cuore!
+ Franco Giulio Brambilla

Febbraio
26 2020
Quaresima 2020 ogni giorno una immagine per la preghiera

#quaresima – http://www.oratoriogalliate.it/preghiera/

Ogni giorno su questa pagina una immagine con un brano di Vangelo, una riflessione e un piccolo impegno da potersi prendere, per vivere questo tempo di Grazia.

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Settembre
25 2010
Il Vangelo della Domenica (26A? del Tempo Ordinario)

In quel tempo, GesA? disse ai farisei:

A�Ca��era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morA� e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. MorA� anche il ricco e fu sepolto.

Stando negli inferi fra i tormenti, alzA? gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: a�?Padre Abramo, abbi pietA� di me e manda Lazzaro a intingere nella��acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perchA� soffro terribilmente in questa fiammaa�?.

Ma Abramo rispose: a�?Figlio, ricA?rdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui A? consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di piA?, tra noi e voi A? stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, nA� di lA� possono giungere fino a noia�?.

E quello replicA?: a�?Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perchA� ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perchA� non vengano ancha��essi in questo luogo di tormentoa�?. Ma Abramo rispose: a�?Hanno MosA? e i Profeti; ascoltino loroa�?. E lui replicA?: a�?No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrA� da loro, si convertirannoa�?. Abramo rispose: a�?Se non ascoltano MosA? e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai mortia�?A�.

Settembre
18 2010
Il Vangelo della Domenica (25A? del Tempo Ordinario)

(www.gioba.it)

Dal Vangelo secondo Luca (16, 1-13)

In quel tempo, GesA? diceva ai discepoli:

A�Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamA? e gli disse: a�?Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchA� non potrai piA? amministrarea�?.

La��amministratore disse tra sA�: a�?Che cosa farA?, ora che il mio padrone mi toglie la��amministrazione?

Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farA? perchA�, quando sarA? stato allontanato dalla��amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa suaa�?.

ChiamA? uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: a�?Tu quanto devi al mio padrone?a�?.

Quello rispose: a�?Cento barili da��olioa�?. Gli disse: a�?Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquantaa�?.

Poi disse a un altro: a�?Tu quanto devi?a�?. Rispose: a�?Cento misure di granoa�?. Gli disse: a�?Prendi la tua ricevuta e scrivi ottantaa�?.

Il padrone lodA? quella��amministratore disonesto, perchA� aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piA? scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perchA�, quando questa verrA� a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Chi A? fedele in cose di poco conto, A? fedele anche in cose importanti; e chi A? disonesto in cose di poco conto, A? disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderA� quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darA� la vostra?

Nessun servitore puA? servire due padroni, perchA� o odierA� la��uno e amerA� la��altro, oppure si affezionerA� alla��uno e disprezzerA� la��altro. Non potete servire Dio e la ricchezzaA�.

Settembre
05 2010
Il Vangelo della Domenica (23A? del Tempo Ordinario)

(da www.gioba.it)

Dal Vangelo secondo Luca (14,25-33)

In quel tempo, una folla numerosa andava con GesA?. Egli si voltA? e disse loro:

A�Se uno viene a me e non mi ama piA? di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puA? essere mio discepolo.

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non puA? essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non A? in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: a�?Costui ha iniziato a costruire, ma non A? stato capace di finire il lavoroa�?.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se puA? affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre la��altro A? ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

CosA� chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puA? essere mio discepoloA�.