Gennaio
26
2011
Sono un prete stufo di fango
La satira A? una forma libera e assoluta del teatro, un genere della letteratura e di altre arti caratterizzato dall’attenzione critica alla politica e alla societA�, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento. La satira, storicamente e culturalmente, risponde ad un’esigenza dello spirito umano: l’oscillazione fra sacro e profano. La satira si occupa da sempre di temi rilevanti, principalmente la politica, la religione, il sesso e la morte, e su questi propone punti di vista alternativi, e attraverso la risata veicola delle piccole veritA�, semina dubbi, smaschera ipocrisie, attacca i pregiudizi e mette in discussione le convinzioni. (definizione da Wikipedia)
Proponiamo una riflessione ad alta voce offerta dal quotidiano Avvenire nell’editoriale di Domenica 23 gennaio.
Sono un prete. Un prete della Chiesa cattolica. Uno dei tanti preti italiani. Seguo con interesse e ansia le vicende del mio Paese. Non avendo la bacchetta maA�gica per risolvere i problemi che affliggoA�no la��Italia, faccio il mio dovere perchA� ci sia in giro qualche lacrima in meno e qualche sorriso in piA?.Sono un uomo che come tanti lotta, sofA�fre, spera. Che si sforza ogni giorno di esA�sere piA? uomo e meno bestia. Sono un uoA�mo che rispetta tutti e chiede di essere riA�spettato. Che non offende e gradirebbe di non essere offeso, infangato. Da nessuno. Inutilmente. Pubblicamente. VigliaccaA�mente.
Sono un prete che lavora e riesce a dare gioia, pane, speranza a tanta gente biA�strattata, ignorata, tenuta ai margini. Un prete che ama la sua Chiesa e il Papa. Un prete che non vuole privilegi e non preA�tende di far cristiano chi non lo desidera, che mai si A? tirato indietro per dare una mano a chi non crede.
Un prete che, prima della Messa della seA�ra, brucia incenso in chiesa per eliminaA�re il fetore sprigionato dalle tonnellate di immondizie accumulate negli anni ai margini della parrocchia in un cosiddetA�to cdr e che vanno aumentando in questi giorni.
Sono un prete che si arrabbia per le inefA�ficienze dello Stato ai danni dei piA? deboA�li e indifesi. Che organizza doposcuola per bambini che la scuola non riesce ad inteA�ressare e paga le bollette di luce e gas perA�chA� le case dei poveri non si trasformino in tuguri.
Sono un prete, non sono un pedofilo.
So che al mondo ci sono uomini che proA�vano interesse per i bambini e, in quanto uomo, vorrei morire dalla vergogna. So che costoro sono molti di piA? di quanto credono gli ingenui. So anche che poco o nulla finora A? stato fatto per tentare di caA�pire e curare codesta maledizione.
Piaga purulenta la pedofilia. Spaventosa. Crudele. Vergognosa. Tra coloro che si soA�no macchiati di codesto delitto ci sono paA�dri, zii, nonni, professionisti, operai, gioA�vani, vecchi e anche preti.
GiovedA� sera, trasmissione Annozero di Michele Santoro. Tantissimi italiani guarA�dano il programma. Si discute di Silvio Berlusconi. Alla fine esce, come al solito, il signor Vauro con le sue vignette che doA�vrebbero far ridere tutti e invece, spesso, mortificano e uccidono nella��animo tanti innocenti. Ma non si deve dire. A? politiA�camente scorretto. A? la satira. Il nuovo iA�dolo davanti al quale inchinarsi. La satiA�ra, cioA? il diritto dato ad alcuni di dire, ofA�fendere, infangare, calunniare gli altri senA�za correre rischi di alcun genere. Una viA�gnetta rappresenta il Santo Padre che parA�lando di Berlusconi dice: A�Se a lui piacA�ciono tanto le minorenni, puA? sempre farA�si preteA�. Gli altri, compreso Michele Santoro, ridoA�no. Che cosa ci sia da ridere non riesco a capirlo. Ma loro sono fatti cosA�, e ridono. Ridono di un dramma atroce e di innoA�centi violentati. Ridono di me e dei miei confratelli sparsi per il mondo impegnaA�ti a portare la croce con chi da solo non ce la fa. Ridono sapendo che tanta gente daA�vanti alla televisione in quel momento si sente offesa in ciA? che ha di piA? caro e sofA�fre. Soffre per il Santo Padre offeso e perA�chA� la menzogna, che non vuol morire, ancora riesce a trionfare. Per bastonare Berlusconi, si fa ricorso alla calunnia. E gli altri ridono.
Vado a letto deluso e amareggiato, sempre piA? convinto che con la calunnia e la menA�zogna a�� decrepite come la befana o come le invenzioni di qualche battutista e di qualche sussiegoso giornalista-presentaA�tore televisivo a�� non si potrA� mai costruiA�re niente di nuovo e stabile. E il giorno dopo scopro che alla Rai, finalA�mente, stavolta qualcuno sa��A? indignato. Spero solo che adesso Vauro e Santoro e qualcun altro che non sto a ricordare non facciano, loro, le vittime. E che in Italia ci sia piA? di qualcuno che comincia a farsi aA�vanti e, senza ridere, dice chiaro e tondo che non si puA? continuare a infangare imA�punemente quegli onesti cittadini della��IA�talia e del mondo che sono i preti.
Maurizio Patriciello