tratto da Avvenire del 9-10-10

A�Bloccare la libertA� di espressione A? come bloccare un fiume; le alte mura di una prigione non possono fermare la��espressione della libertA�A�: sono le ultime parole che Liu Xiaobo ha scritto nella sua difesa lo scorso febbraio, alla��appello contro la sua condanna a 11 anni di prigione. Liu era stato condannato nel Natale scorso per A�sovversione contro il potere dello StatoA�, avendo scritto articoli sulla democrazia e soprattutto per aver stilato il documento di Carta 08, un manifesto sulla difesa dei diritti umani in Cina. Quelle ultime parole a�� che Liu non ha potuto nemmeno pronunciare perchA� il giudice gli ha tolto il diritto di difendersi a�� sono state profetiche: il premio Nobel per la pace a lui conferito A? la��apprezzamento del mondo intero verso il suo impegno non violento e in funzione di una trasformazione della Cina che garantisca sviluppo economico e sociale per tutti.La��impegno a�?profeticoa�? di questo intellettuale e professore universitario di 54 anni data da decenni. Egli A? stato fra i sostenitori del movimento di Tienanmen e fra gli ultimi a lasciare la piazza prima del massacro. Aveva passato giorni a supplicare invano i militari a non intervenire coi carri armati e gli studenti ad abbandonare il loro disperato sit-in. Per questo ha provato giA� allora la prigione. Rilasciato nel a��91, A? stato ancora arrestato nel a��95 e poi condannato a tre anni di lavori forzati nel a��96. A differenza di diversi intellettuali del suo Paese divenuti gli aedi di corte della leadership, egli non ha mai smesso di essere la voce critica del potere.

Ma ciA? che ha reso ancora piA? tenace la sua lotta A? stato il suo confronto e apprezzamento con la cultura occidentale dei diritti umani (in America e in Australia), che poggia sulla tradizione giudeo-cristiana, sul valore della��individuo e sul fondamento religioso della dignitA� umana. Mentre la Cina si difende per una via A�con caratteristiche cinesiA� verso la��economia e la democrazia, Liu ha abbracciato invece la visione universalistica dei diritti, smascherando la visione materialistica della Cina che si preoccupa solo di salvaguardare il potere asservendo la sua popolazione. Tanto da essere sempre piA? vicino alla fede cristiana.
Il documento di Carta 08 a�� da lui stilato insieme ad altri attivisti e dissidenti e firmato da oltre 10mila persone in Cina a�� ha ancha��esso un carattere a�?profeticoa�?: in esso si afferma che frenando i diritti umani e la democrazia, il Partito comunista cinese diviene responsabile in toto del disastro umano verso cui si sta dirigendo la Cina e di cui sono giA� evidenti i segni di decadenza: corruzione, disastri ecologici, rivolte sociali, mancanza di uno stato di diritto. La visione di Liu (e il Premio Nobel), anche se irrigidisce Pechino che sta vomitando critiche e accuse, A? la medicina piA? urgente per la Cina. Del resto, va detto che fra i firmatari di Carta 08 vi sono anche membri del Partito comunista e che le riforme politiche invocate dal documento, sono una stringente necessitA� da almeno 40 anni, da quando Deng ha proposto le a�?quattro modernizzazionia�? (esercito, agricoltura, industria, tecnologia), ma non ha proposto a�?la quinta modernizzazionea�?, la democrazia.

Rimane impressionante che a�� forse per la prima volta nella storia della dissidenza cinese a�� nel documento di Carta 08 si chiede la libertA� religiosa, la��eliminazione delle differenze fra attivitA� religiose a�?legalia�? e a�?illegalia�?, ufficiali e sotterranee.

Il premio Nobel e la sottolineatura religiosa della proposta di Liu Xiaobo e di Carta 08 sono un monito anche alla��Occidente. Europa e Stati Uniti devono scegliere se continuare ad usare la Cina come un asino che ci tira fuori dalla crisi economica, senza considerare i diritti degli operai e quelli della��ambiente, sfruttando la manodopera a basso costo e basta, oppure se potenziare non solo i rapporti di tipo materiale, ma anche i diritti umani e religiosi, essenziali allo sviluppo di un popolo.

Il monito di Liu e di Carta 08 A? che se non si compie questo passo di rispetto per la��uomo e la sua dimensione religiosa, la Cina (e il suo supersviluppo economico) A? destinata al fallimento. E il suo, sarebbe anche quello della��Occidente.

Bernardo Cervellera