Dal Vangelo secondo Luca (24,46-53)

In quel tempo, GesA? disse ai suoi discepoli: A�CosA� sta scritto: il Cristo patirA� e risorgerA� dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in cittA�, finchA� non siate rivestiti di potenza dalla��altoA�.
Poi li condusse fuori verso BetA�nia e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccA? da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Dagli Atti degli Apostoli (1, 10-11)

Mentre i discepoli guardavano GesA?, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quanda��ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: A�Uomini di Galilea, perchA� state a guardare il cielo? Questo GesA?, che di mezzo a voi A? stato assunto in cielo, verrA� allo stesso modo in cui la��avete visto andare in cieloA�.

Benedetto XVI spiega la��Ascensione

Cassino, Domenica 24 maggio 2009

Cari fratelli e sorelle!

a�?Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderA� su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la GiudeaA�e la SamariaA�e fino ai confini della terraa�? (At 1,8). Con queste parole, GesA? si congeda dagli Apostoli, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura. Subito dopo la��autore sacro aggiunge che a�?mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhia�? (At 1,9). Ea�� il mistero della��Ascensione, che questa��oggi solennemente celebriamo. Ma cosa intendono comunicarci la BibbiaA�e la liturgia dicendo che GesA? a�?fu elevato in altoa�?? Si comprende il senso di questa espressione non a partire da un unico testo, neppure da un unico libro del Nuovo Testamento, ma nella��attento ascolto di tutta la Sacra Scrittura.A�La��uso del verbo a�?elevarea�? A? in effetti di origine veterotestamentaria, ed A? riferito alla��insediamento nella regalitA�. La��Ascensione di Cristo significa dunque, in primo luogo, la��insediamento del Figlio della��uomo crocifisso e risorto nella regalitA� di Dio sul mondo.

Ca��A? perA? un senso piA? profondo non percepibile immediatamente. Nella pagina degli Atti degli Apostoli si dice dapprima che GesA? fu a�?elevato in altoa�? (v. 9), e dopo si aggiunge che a�?A? stato assuntoa�? (v. 11). La��evento A? descritto non come un viaggio verso la��alto, bensA� come una��azione della potenza di Dio, che introduce GesA? nello spazio della prossimitA� divina. La presenza della nuvola che a�?lo sottrasse ai loro occhia�? (v. 9), richiama una��antichissima immagine della teologia veterotestamentaria, ed inserisce il racconto della��Ascensione nella storia di Dio con Israele, dalla nube del Sinai e sopra la tenda della��alleanza del deserto, fino alla nube luminosa sul monte della Trasfigurazione. Presentare il Signore avvolto nella nube evoca in definitiva il medesimo mistero espresso dal simbolismo del a�?sedere alla destra di Dioa�?. In Cristo asceso al cielo, la��essere umano A? entrato in modo inaudito e nuovo nella��intimitA� di Dio; la��uomo trova ormai per sempre spazio in Dio. Il a�?cieloa�?, questa parola cielo, non indica un luogo sopra le stelle, ma qualcosa di molto piA? ardito e sublime: indica Cristo stesso, la PersonaA�divina che accoglie pienamente e per sempre la��umanitA�, Colui nel quale Dio e uomo sono per sempre inseparabilmente uniti. La��essere della��uomo in Dio, questo A? il cielo. E noi ci avviciniamo al cielo, anzi, entriamo nel cielo, nella misura in cui ci avviciniamo a GesA? ed entriamo in comunione con Lui. Pertanto, 1a��odierna solennitA� della��Ascensione ci invita a una comunione profonda con GesA? morto e risorto, invisibilmente presente nella vita di ognuno di noi.

In questa prospettiva comprendiamo perchA� la��evangelista Luca affermi che, dopo la��Ascensione, i discepoli tornarono a Gerusalemme a�?pieni di gioiaa�? (24,52). La causa della loro gioia sta nel fatto che quanto era accaduto non era stato in veritA� un distacco, una��assenza permanente del Signore: anzi essi avevano ormai la certezza che il Crocifisso- Risorto era vivo, ed in Lui erano state per sempre aperte alla��umanitA� le porte di Dio, le porte della vita eterna. In altri termini, la sua Ascensione non ne comportava la temporanea assenza dal mondo, ma piuttosto inaugurava la nuova, definitiva ed insopprimibile forma della sua presenza, in virtA? della sua partecipazione alla potenza regale di Dio. ToccherA� proprio a loro, ai discepoli, resi arditi dalla potenza dello Spirito Santo, renderne percepibile la presenza con la testimonianza, la predicazione e la��impegno missionario. La solennitA� della��Ascensione del Signore dovrebbe colmare anche noi di serenitA� e di entusiasmo, proprio come avvenne per gli Apostoli che dal Monte degli Ulivi ripartirono a�?pieni di gioiaa�?. Come loro, anche noi, accogliendo la��invito dei a�?due uomini in bianche vestia�?, non dobbiamo rimanere a fissare il cielo, ma, sotto la guida dello Spirito Santo, dobbiamo andare dappertutto e proclamare la��annuncio salvifico della morte e della risurrezione di Cristo. Ci accompagnano e ci sono di conforto le sue stesse parole, con le quali si chiude il Vangelo secondo san Matteo: a�?Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoa�? (Mt 28,19).

Cari fratelli e sorelle, il carattere storico del mistero della risurrezione e della��ascensione del Cristo ci aiuta a riconoscere e a comprendere la condizione trascendente della Chiesa, la quale non A? nata e non vive per supplire alla��assenza del suo Signore a�?scomparsoa�?, ma al contrario trova la ragione del suo essere e della sua missione nella permanente anche se invisibile presenza di GesA?, una presenza operante mediante la potenza del suo Spirito. In altri termini, potremmo dire che la ChiesaA�non svolge la funzione di preparare il ritorno di un GesA? a�?assentea�?, ma, al contrario, vive ed opera per proclamarne la a�?presenza gloriosaa�? in maniera storica ed esistenziale. Dal giorno della��Ascensione, ogni comunitA� cristiana avanza nel suo itinerario terreno verso il compimento delle promesse messianiche, alimentata dalla Parola di Dio e nutrita dal Corpo e Sangue del suo Signore. Questa A? la condizione della Chiesa a�� ricorda il Concilio Vaticano II – mentre a�?prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, annunziando la passione e morte del Signore fino a che Egli vengaa�? (Lumen gentium, 8).